Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/84

Da Wikisource.

— 78 —

che tu debba abbandonare tua madre. Essa potrebbe venire a stare con noi; la casa è grande come un convento; e se vuole la sua libertà ho altre case accanto, e tutte sono a sua disposizione: e avrà, se vuole, serve e servette: e anche un orto, dieci volte più grande di questo: se vuole posso farle costruire anche una chiesa. Basta che tu mi levi questa melanconia dall’anima, Maria Concezione; che tu voglia diventare nostra figlia.

Concezione piluccava un po’ svogliatamente uno dei grappoli d’uva portati dall’ospite, e non rispondeva.

— Non credere, — proseguì la tentatrice, — che io ti voglia in casa mia per servirmi di te. Sarai una signora, una regina. Ti alzerai all’ora che ti piacerà: ti porteremo a letto il caffè, ti laveremo i piedi, accenderemo il fuoco nella tua camera: avrai tante ancelle quante quelle delle mogli di Salomone.

Di primavera andremo nelle nostre terre, dove l’erba è alta come l’acqua del mare; e toseremo le pecore, faremo festa, ci coricheremo all’ombra degli alberi. Sai quanto è bello sentire gli uccelli, su questi alberi, e il vento stormire fra i rami. E un servo suonerà la fisarmonica. E mangeremo il formaggio fresco cotto col miele, e il dolce fatto con i cedri canditi. Se ti piace il caffè e il rosolio, li avrai a