Pagina:Deledda - La fuga in Egitto, 1926.djvu/156

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Quella seconda notte fu più tranquillo. Sentiva di non essere più solo in quel recinto di tristezza e di maledizione, e che la sua giornata non era trascorsa invano. I due fratelli, dopo che l’anziano l’aveva aiutato a rimettere a posto le cose di cucina, se n’erano andati allegri e finalmente d’accordo; anche il cane scodinzolava guardandolo, e il gatto, mentre i gattini giocavano fra di loro sotto la tavola, aveva fatto un silenzioso giro d’esplorazione nella stanza; gli pareva infine di essersi creata una nuova famiglia, e sperava nell’aiuto del tempo.

La mattina dopo, nello svegliarsi presto, sentì infatti che già qualche cosa in lui, nella carne e nello spirito, si rinnovava. Balzò agile dal letto, pieno di coraggio: non aveva più paura di incontrare i suoi simili. Decise quindi di recarsi lui a fare le sue spese; e si ripulì come quando andava a spasso con Ola: seguì il loro viale, e gli pareva di sentire i passettini silenziosi di lei sull’erba fresca della brezza marina.

Ma oramai la sua nuova pena si stemperava sul colore delle pene passate, ed egli si sfor-