Pagina:Deledda - La fuga in Egitto, 1926.djvu/211

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quei momenti scuri che sono come il punto fermo fra un atto e l’altro dei grandi drammi.

Adelmo Bianchi era il parricida.

— Apri, — disse il maestro a Ornella, e poichè lei, col viso bianco spaventato, non poteva muoversi, egli fece atto di alzarsi.

La voce di fuori riprese: — Se la disturba non apra. Ero venuto così, per vedere la casa, perchè fra un’ora parto e non tornerò mai più.

Era una di quelle voci passionali, dolci e calde, come se ne sentono solo in teatro; il terrore di Ornella si sciolse quindi in un tremito di commozione indefinibile, come se quella voce l’accarezzasse tutta, disperatamente.

Anche il maestro, per quanto si dominasse, sentiva il suo sudore aumentare e raffreddarsi; non per paura del parricida, ma degli impicci che potevano derivargli dalla sua visita; tuttavia ripetè:

— Apri.

E Ornella aprì, nascondendosi dietro la porta fino a che il terribile visitatore non fu in mezzo alla stanza: poi richiuse, piano, e lo guardò alle spalle, delusa e quasi sdegnata.

Era un giovine piccolissimo, magro, mal vestito: sembrava un ragazzo vagabondo, e non gli mancava neppure il sacco, ch’era poi un vecchio zaino da soldato: anche in testa aveva