Pagina:Deledda - La giustizia, Milano, Treves, 1929.djvu/78

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— Vada, vada! Se non va è una sciocca, con rispetto a vossignoria. Vada, chè Serafina schianterà dalla rabbia. E poi le farà bene.

— A chi, a Serafina?

— A lei, far due passi!

Tuttavia ella non si decideva; ma ritornando trovò il suocero e Stefano che, pronti ad uscire, l’aspettavano e non la lasciarono neppure rientrare. Così, per la prima volta, con somma meraviglia di tutto il paese, si vede la famiglia Arca attraversare riunita lo stradale.

— Tre ruderi, avanzi d’una rovina! — pensò malignamente il notaio che lucertolava al sole del pomeriggio, sull’alta piazzetta della chiesa.

Josto, che seguiva con la coda ritta e la schiena lucente al sole, sollevò il capo e abbaiò.

— Buona passeggiata! — disse allora il notaio, sporgendo sul parapetto gli occhiali turchini e il doppio mento raso. — È guarita, don Stene? Mi rallegro.

— Grazie.

— Non di cuore! — borbottò don Piane.

E tranquillamente proseguirono a piccoli passi, sostando di tratto in tratto, parlando di raro e di cose indifferenti.

Al ritorno, vedendo Stefano un po’ colorito in volto, Maria decise di comunicargli che quella sera ella pensava di ritornarsene da sua madre.

Un po’ stanchi camminavano silenziosi tutti