Pagina:Deledda - La via del male, 1906.djvu/140

Da Wikisource.
138 la via del male

le loro parole, ma quasi tutti buttavano monete nei berretti deposti per terra.

Maria gettava anch’essa una moneta ad ogni mendicante.

Appena raggiunta la vetta, le ragazze nuoresi entrarono nella vecchia chiesa, già gremita di fedeli, e Maria potè appena aprirsi un varco fra la folla e arrivare fino all’altare.

Il caldo era intenso, e il volto della fanciulla ardeva, bellissimo nella cornice dei capelli sciolti.

Francesco Rosana, appoggiato alla balaustrata dell’altare, si scosse tutto nel vederla, e la fermò toccandole dolcemente il braccio.

— Sei arrivata ora? — le domandò con voce sommessa.

— Ora — ella rispose, avanzandosi senza guardarlo.

Depose il cero, s’inginocchiò e volle pregare.

— Maria mia di Gonare, ecco sciolto il voto che feci quando mio padre cadde da cavallo. Tu lo hai salvato, Maria, ed io sono venuta scalza ed a capelli sciolti, e ti ho portato un cero di tre libbre... Maria di Gonare, sii lodata...

Non seppe dir altro, sebbene nel cuore le fremesse un’onda di preghiera. Ma non osava formulare gli oscuri desideri del suo cuore. Avrebbe voluto chiedere alla Madonna di Gonare la grazia di farle dimenticare subito Pietro ed amare colui che la fissava ardentemente, lì, pochi passi distante; ma non osava.

Tre sacerdoti vestiti di bianco e d’oro intonarono la messa: un adolescente con una giubba