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204 la via del male

nell’anima sua: sì, tutto oramai era finito; non c’era più niente da temere; il passato era morto.

Dai finestroni della chiesa deserta pioveva qualche chiazza di sole sulle panche polverose; s’udivano gli uccelli garrire nell’aria tiepida e pura.

Maria e Francesco s’inginocchiarono sui gradini dell’altare, sotto gli sguardi severi d’un Padre Eterno dipinto sulla volta: un Padre Eterno che pareva un vecchio pastore sardo, circondato di nuvole verdiccie. Maria si raccolse, pregò, promise a Dio d’essere una buona moglie; disse il con voce ferma e forte, e solo quando furono usciti di chiesa osò guardare lo sposo.

Sua, per tutta la vita. Il suo nome non era più Maria Noina, era Maria Rosana. Amen.

Quasi felice, camminò a fianco dello sposo che non cessava di guardarla.

— Parla, Maria, — egli le diceva dolcemente. — Dimmi qualche cosa, sorridi; vedi, tutti ci guardano...

Ella sorrise e rispose:

— Non so cosa dire: sono tutta turbata.

La gente, intanto, sapendo che doveva ripassare il corteo, s'affacciava alle finestre, alle porte, usciva nelle vie. Una torma di monelli circondò gli sposi. E all’uscita dal Municipio cominciò per questi e per il loro seguito uno strano tormento.

Dalle finestre e dalle porte pioveva su loro una fitta gragnuola di frumento, di confetti, di fiori; e ciò non bastando le donne scaraventavano davanti alla sposa qualche piatto che si frantumava con