Pagina:Deledda - La via del male, 1906.djvu/316

Da Wikisource.
314 la via del male

i dubbî che l’avevano tormentala dopo la tragedia; il giuramento di Pietro, la sua lunga attesa, la sua evidente astuzia, la sua crescente fortuna, il desiderio di tener nascosto il loro matrimonio, la ripugnanza a sentir nominare l’ucciso, ad abitare dove Francesco aveva abitato, a dormire nel letto dove Francesco aveva dormito...

Ma, giurando, egli era parso così sincero, così offeso, che nel ricordare quella scena Marja sentiva ancora un impeto di gioia sollevarle il cuore. Allora respirava, per un attimo, come il naufrago che riesce a metter la testa fuori delle onde; ma poi ricadeva nel mare pauroso dei dubbî, nella disperazione che la affogava.

— Egli ha giurato, sulla santa croce ha giurato... ed io l’ho creduto! Perchè, Signore, perchè avete ritirato da me il raggio di luce che mi rischiarava l’anima? Che ho fatto io per meritarmi questo castigo?

Ella agitava in alto le mani intrecciate, fissando disperatamente quel profondo cielo di primavera che un’ora prima rallegrava i suoi sogni di sposa felice; ma dall’alto non rispondevano al suo grido che i garriti, quasi beffardi, delle rondini in amore.

E il sole proseguiva il suo corso, e la linea dell’ombra s’avanzava sempre, fatale.

Pietro poteva tornare da un momento all’altro, anche prima di mezzogiorno.