Pagina:Deledda - La via del male, 1906.djvu/323

Da Wikisource.

la via del male 321

tutta la vita: la gente si rallegrerà della nostra sventura. Ogni persona più vile potrà buttare su noi la sua pietra.

Ad un tratto fu riassalita da una cupa incertezza. Si gettò dal letto e riprese ad aggirarsi disperatamente per la camera, come aveva fatto nel cortile. Che fare? Che fare? Era mai possibile che ella, ella stessa, andasse dal giudice ed accusasse Pietro, l’uomo che fino a poche ore prima ella aveva amato ciecamente?

Ogni oggetto, in quella camera bianca e tranquilla, animata da madonnine e da santi rustici sorridenti dalle pareti, le ricordava quegli otto giorni di ebbrezza: la sua persona ne fremeva ancora. Come fare? Come rinunziare alla gioia afferrata avidamente come un frutto da tanto tempo agognato?

Minuti di lotta furiosa contro la potenza dei sensi scorsero e parvero ore alla disgraziata: ella si gettò ancora per terra, davanti alla Madonnina rossa e gialla che giocherellava col suo rosario di perle, e implorò ciò che in fondo al cuore sentiva impossibile.

— Fate che risulti la sua innocenza. Pietà di me, Maria Santissima.

E ripetè a voce alta:

— È tutto un sogno. Non è vero niente: è una calunnia. Perchè ho creduto? Sono pazza?