Pagina:Deledda - La vigna sul mare, 1930.djvu/27

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La sua voce era davvero sognante e allucinata. Ma erano sempre baleni. Dopo pochi passi tornò ad essere nuovamente lei, quella di adesso: afferrò la nonna per il collo, la strinse forte, la baciò sulla bocca e sulle guance, in modo che pareva volesse soffocarla, poi tornò su rapida verso il cancello vigilato dal portiere michelangiolesco, mentre la nonna si aggiustava la dentiera spostata.

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Quella dentiera, sebbene leggera e quasi tutta d’oro come un braccialetto con perle, costituiva uno dei punti di castigo della signora nonna. Dai sessant’anni in su, perduti i suoi forti denti di donna sana, ella aveva tirato avanti lo stesso, cibandosi di cose molli. Pensava:

— È la natura che vuole così: poiché l’uomo vecchio è come il bambino: deve nutrirsi di cibi che non gli facciano peso, che non arrestino la circolazione del sangue, che gli permettano dunque di vivere la vita lunga che Dio gli concede.

Solo quando le erano caduti i primi denti di davanti, quelli di sotto, si era alquanto impressionata; le era parso che un cancello si fosse spalancato, per non chiudersi più: il primo varco verso la morte. Poi ci si abitua a tutto: si mangia bene lo stesso, coi denti superstiti che, anzi,