Pagina:Deledda - La vigna sul mare, 1930.djvu/125

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un bambino pure, e questo forse se ne va all’altro mondo. La vecchia sembra impazzita: l’abbiamo tenuta a forza, perché voleva buttarsi nel pozzo. Ohé, quelle sono davvero disgrazie, cara la mia gente!

Parlava calmo, con la sua voce un po’ nasale, ma, pure nel buio, mentre gli sentiva addosso un odore fumoso di tizzone spento nell’acqua, la moglie lo trovava d’improvviso cambiato. Anche lui, sì; come se anche lui avesse passato un’ora di spavento e corso un pericolo.

— Ohé, quelle sono disgrazie — andò ripetendo, mentre scendevano la scaletta della torre; e si volgeva verso la moglie, come per aggiungere: «In confronto, le nostre beghe sono roba da ridere».

Non lo diceva; lei però lo capiva, e stava incerta se chiedergli o no perdono, come si era proposta nel momento del terrore. Il ricordo del brutto momento la decise per il no: così, un’altra volta, se al buon Giollo tornava il ticchio di volerla chiudere in casa, per farglielo passare ella gli avrebbe ricordato la disgrazia dei Pagnini.