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Grato, commosso, con gli occhi bianchi pieni di lagrime, egli fece un profondo inchino: e subito raccontò i suoi guai, ma con voce di gioia, come si trattasse di una bella canzone.
— Questo coperchio, vede (e lo agitava, incandescente, simile ad uno scudo), me lo ha ordinato la signora Amabilia, la sua cuoca: ed era fatto fin dal giorno dodici maggio; ma giusto quel giorno sono caduto, stogandomi un piede e il polso destro: eccolo, ancora non funziona bene. Fosse stato solo il polso, meno male: un disgraziato, quando ancora può camminare, trova sempre qualche fratello che lo aiuta; ma così! Tre giorni sono stato, nel mio buco, aspettando soccorso: finalmente è venuta la Gilda, la conosce? la ragazzina che va per le case, indovinando alle donne la fortuna. La Gilda ha un po’ d’astio, verso di me, perché dice che le donne credono più alla mia presenza che alle sue profezie: ma, insomma, è venuta, forse per assicurarsi che ero morto; e trovandomi ancora vivo mi ha fasciato, mi ha dato da mangiare e da bere, mi ha soccorso in tutti i modi. E adesso vado dalla signora Amabilia, che da prima mi strillerà, poi, nel sentire le mie pene, si metterà a piangere e anche lei mi soccorrerà. Perché tutti mi vogliono bene, ed io voglio bene a tutti. E spero, spero...
In che cosa sperasse non lo spiegò. Sperava,