Pagina:Deledda - La vigna sul mare, 1930.djvu/153

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per l’indulgenza concessa ai cappellani di guerra, portato di qui in un convento, dal quale, sebbene all’estero, potrò forse comunicare con la patria nostra diletta. Se voi avete fiducia in me...

Egli non mi lasciò proseguire; e mai dimenticherò il suo sguardo di riconoscenza. Disse:

— Sì, al mondo io non ho che una sola persona cara: la mia piccola fidanzata, che da lungo tempo nulla sa di me, e forse mi crede morto. Ebbene, fate in modo ch’ella sappia che io sono vivo; e sopratutto che l’essere prigioniero non è segno, in me, di viltà.

E mi diede l’indirizzo di lei. Che volete? Sono cose che nel mondo succedono. Io conoscevo questa ragazza; non solo, ma ero stato il suo confessore! Grande fu dunque, quasi per un miracolo, la gioia del prigioniero. E più grande fu la mia, quando due anni dopo, finita la guerra, chi unì in matrimonio i due giovani fui proprio io.

*

Pasqua mangiava con buon appetito, ed anzi profittava della reverente attenzione che gli altri prestavano al frate, per servirsi meglio: tuttavia provava un turbamento pensoso, più che per