un generale messo a riposo; o meglio si rivedeva ancora davanti al botteghino del lotto, abbandonato dalla fidanzata. Ma il ricordo di questa umiliazione lo scosse fino al cuore. Aprì l’uscio del corridoio, e fece ai garofani sepolti nella penombra un comico segno di addio: poi prese tutte le lettere e le gettò nel sacco della Sacra Famiglia. Così gli parve di aver cancellato quel giorno di tristezza e di vuoto. E, per ricominciare a vivere, sedette di nuovo davanti alla tavola, trasse dal cassetto un libro misterioso, tutto cabale e segni, una carta con un esercito di numeri; e riprese la guerra con questi, cercando di accalappiare quelli che il prossimo venerdì sarebbe andato a giocare.