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Pagina:Deledda - La vigna sul mare, 1930.djvu/171

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IL GALLO DI MONTAGNA

— Se vuol trovarsi contento, vada a Castel del Tordo. È, per la caccia, una regione, dirò così, vergine, o per lo meno inesplorata. Il paesetto, amenissimo, e dove ci si trova di tutto, persino le munizioni, è a quattrocento metri, fra colline coperte di castagni e di quercie; di là i monti. Per l’alloggio, se vuole, posso darle l’indirizzo di una brava donna, ex cuoca d’albergo, che s’è fabbricata un villino e fa pensione a pochi villeggianti. L’avverto che, per ragioni locali, la caccia è aperta solo nel mese di ottobre; ma allora è una cuccagna. Caccia minuta, s’intende, perché i cinghiali e i cervi sono da tempo spariti, e di essi, nei castelli dei dintorni, si conservano solo le pelli, e le corna incise, ridotte a manichi dei coltelli da caccia dei signorotti del Trecento. Ma tordi — lo dice il posto — e piccioni, fringuelli, cardellini, e uccelli da passo, starne, beccacce, quaglie e allodole, quante ne vuole. Molte lepri, anche: e, quello che più