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Pagina:Deledda - La vigna sul mare, 1930.djvu/284

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Aveva una sete insaziabile, quella sera, il vento: sete di mostro: bevette le onde, sollevando una tromba marina; spinse bestialmente di qua e di là le barche da pesca, e una la schiantò come una noce: due dei pescatori che v’erano dentro sparvero tra i flutti.

Notte di angoscia inumana, quando per vincere la tentazione di non credere più in Dio, bisogna ricordare la Sua parola, fermata nelle sacre scritture. Notte in cui le porte dell’inferno sembravano davvero aperte, e da esse scaturisse il rombo della tempesta. Pioggia, tuoni che sfioravano con la loro sega mostruosa i muri della casa: e i sibili del vento, mefistofelici; e, dominatore implacabile, il rumore delle onde. Adesso, sì, aveva ripreso la sua voce delle grandi occasioni, il mare senza pietà; e davvero la sua parola rassomigliava a quella di un dio sterminatore.

Chiusi alla meglio in casa, si aveva paura di andare a letto: da un momento all’altro un maremoto ci poteva spingere ad una fuga tragica: e le cose dolci della vita di ogni giorno, i nostri buoni mobili, le piccole tovaglie pallide negli angoli scuri, e i fiori — i fiori in quella notte! — ci apparivano come in un cupo vaneg-