Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/100

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provo il tuo affetto per tua madre; ciò ti fa onore, anzi! Ma perchè per favorire lei tormenti me? Che cosa sono io per te? Un nemico? Ti ha allevato lei, forse? Sei vissuto con lei?

— Perchè voi lo avete impedito.

— Va bene; hai sempre ragione tu. E va bene! E se io sono il tuo nemico e lei invece è tutto, per te, chi ti proibisce di andartene con lei?... Va — riprese il padre, stendendo la mano verso la finestra. — Da vivere ve ne darò. E lasciatemi solo, però. Io posso fare a meno di tutto... ci sono abituato! Chi mi ha voluto bene? Il diavolo solo. Ebbene, va, va pure, Andrea!

S’alzò di nuovo appoggiandosi forte al bastone, ma il suo viso adesso pareva di cera; e Andrea lo vide con spavento attraversare la camera curvo sul fianco, premendosi il ventre con una mano e buttarsi sul letto gemendo.

— Padre, padre!... — gridò correndo a lui e chinandosi sul viso deformato dal male: e avrebbe voluto come da bambino coricarsi al suo fianco, appoggiare la debole testa accanto alla testa possente e addormentarsi all’ombra di quel dolore forte che s’era fino da quel tempo trasfuso in lui ed era divenuto il suo.

— Perchè, perchè vi siete alzato? Vedete... vedete... — balbettava; e vedendolo chiudere gli occhi infastidito e stringere i denti per non gemere oltre, corse impazzito a chiamare zia Sirena perchè lo aiutasse a sollevarlo e mandò Pancraziu a chiamare il dottore. Ma zio Bakis riaprì gli occhi minacciosi e respinse la donna.