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— Adesso! adesso!
Ricacciò tutto dentro la manica e riprese la strada. Continuò a incontrare gente, pastori che salivano a cavallo, operai che lavoravano al taglio della foresta, ragazzi che andavano a legnare, e tutti lo guardavano con curiosità e qualcuno lo salutava.
— Para Zirò, siete vivo?
— Para Zirò, vengo a tenervi la bisaccia?
I ragazzi si burlavano di lui da lontano, coi begli occhi neri scintillanti di malizia.
— Adesso andiamo su al convento e vi rubiamo le provviste!
Egli rispondeva a tutti con segni di benedizione un po’ scherzosi.
Più giù nello stradone del litorale una vecchietta che andava a lavare al torrente gli gettò una moneta entro la fodera.
— Dio vi paghi, donna.
La vecchia era sorda e credette ch’egli domandasse notizie di Bakis Zanche.
— Sì, dicono che muore: è grave.
Allora il frate invece di proseguire per il paesetto volse a nord, verso lo stazzo Zanche: ogni tanto sollevava la testa, sembrandogli di sentire ancora il grido della cornacchia, e accennava di sì, di sì. Sì, un’ombra attraversava la pace del bel mattino di maggio; sì, sì, la vecchia cornacchia, la morte, non rispetta neppure la primavera.
Ebbene, ha ragione la raccoglitrice d’erbe: Dio manda i beni e manda i mali; che ci si può fare se non rassegnarsi? Eppure egli con-