Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/196

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ribellarsi? Eppure... Un solo fruscìo la fa di nuovo sobbalzare. Chi è? Il morto? Il vivo? Entrambi la fanno egualmente palpitare.

— Ah, zia, siete voi? Che c’è?

— Senti, ho da parlarti.

La gobbina le si attaccò addosso come un’ombra; e fu un lungo discutere, un sommesso ma vivo protestare da parte di Vittoria, poi lunghi sospiri, un gemito di rassegnazione seguìto da un momento di silenzio, e infine una risatina soffocata, il gorgheggio dell’uccellino che riprendeva a svolazzare nella sua gabbia.


III.


L’indomani Vittoria annunziò alle serve che al calare del sole sarebbe andata da sua madre.

— Sola? — domandò Ignazia sospettosa.

— Perchè, ci sono forse le volpi? — ella ribattè ironica.

Durante il pomeriggio stette nella sua camera a cucire seduta davanti alla finestra: vedeva la brughiera gialla e verde e in lontananza i monti velati dall’ombra di una nuvola immobile; e sentiva una grave oppressione e insieme una gioia ardente come si preparasse ad un’azione eroica. Verso il tramonto si vestì, calzò le scarpe alte, preparò la sottana nera da buttarsi sul capo: mentre però stava per uscire incontrò Nicola Farre lo scongiuratore e dovette accompagnarlo nella stanza terrena.