Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/280

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Allora Vittoria corrugò le sopracciglia e i suoi occhi luminosi parvero spegnersi. Se Mikali aveva veduto pochi momenti prima il servo nella bettola perchè andava a cercarlo sapendolo assente?

Ma non parlò, sebbene la donna le offrisse dei dolci e le dicesse come per confortarla:

— Sta allegra, che tutto passa come il vento di marzo.

*

Poi la donna andò da zia Sirena nella cameretta che guardava ad oriente sull’orto verdolino e sui poggi lontani che il tramonto arrossava, ed era piena di oggetti casalinghi, di proprietà della vecchia serva, tutti disposti in fila, puliti, lucenti. Una pace profonda era là dentro; pareva che i dolori e le passioni che da anni e anni travolgevano gli abitanti dello stazzo non conoscessero quel ripostiglio ove oramai la serva fedele giaceva, inutile come le sue casse, come il suo arcolaio che non girava più.

— Così sola vi lasciano, zia mia? — disse Andriana, curvandosi sul lettuccio.

La vecchia aveva il viso rosso e ansava; ritrasse di sotto il guanciale il rosario e il libro con le immagini ch’erano appartenute a Bakis Zanche, e cominciò a dire cose strane.

— Ecco la mia compagnia. Sto bene, così, e ogni giorno che passa è come per la fidanzata che deve sposarsi. Sognavo che il padrone comprava un cavallo... Cavallo... partenza. An-