Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/304

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agitarsi degli uomini; solo nel silenzio e nell’ombra è la verità — pensava — e sentiva a un tratto una grave stanchezza e il desiderio di chiudere gli occhi e addormentarsi.

— Quello che posso prometterti, — disse dopo un momento di silenzio, — è di cercare di por fine al malinteso fra voi due: lasciala sgravare intanto, e non tormentarla.

— Questo sì, l’ho giurato anche a mia madre; non turberò più Vittoria; ma partirò, con l’aiuto di Dio. Voglio rinsavire.

— Bel modo di rinsavire, il tuo! Andrai laggiù e continuerai la stessa vita; e per di più lascerai qui tua moglie in inquietudine.

— La stessa vita! — disse Mikali curvandosi sul frate. — Ah, siete istruito, frate Zirò, ma siete anche stupido! Io andrò via appunto perchè sono stanco di questa vita di qui... Tutto mi dà fastidio, uomini e donne: queste più di tutto... Oggi due di esse hanno litigato per me... Che vergogna! E un’altra mi si aggrappava alle gambe come un ragno... Che schifo, così Dio mi assista! Mi sembrano bisce... Io sono nauseato di loro. Andrò in un posto che so io, in America: ho letto una lettera di un mio amico, partito l’anno scorso, e che vive in un posto solitario ove non passano che treni e treni e treni, e tutt’intorno a perdita d’occhio è nero, come qui nelle notti d’inverno. Passano i treni e solo il loro lume rischiara ogni tanto come un lampo il luogo deserto. Il mio amico dorme di giorno e veglia alla notte; dirige per un grande tratto della linea i guardiani dei