Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/323

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La vecchia guardava anche lei la pagina quasi vi sapesse leggere, e ripetè sottovoce:

— Tutti siamo colpevoli. Io, tu, Mikali, sua madre, i morti...

— Andrea no... povera anima!

— Lui più di tutti. Ha offeso il Signore rifiutando la vita come uno che rifiuta un dono perchè non gli sembra abbastanza prezioso. E Bakis Zanche era un peccatore anche lui. E peccavamo insieme, quando sua moglie era qui... appena sposa. Perchè dunque gettare la pietra? Sai cosa ti dico, Vittoria? Siamo noi che cerchiamo di caricare le colpe nostre sugli altri. Senti, non lasciar partire Mikali.

Entrambe sollevarono il viso: nel cerchio di luce proiettata dalla lampadina, il piccolo santo vestito di rosso usciva dall’ombra della nicchia come da una grotta, guidando i buoi neri sulle cui corna spuntavano i frutti delle quattro stagioni, — l’oliva, la ghianda, l’arancia, l’uva: le spighe si maturavano nella sua mano come nella terra di luglio ed egli spingeva il carro verso i campi ove fa sempre sereno.

*

Come un peso cadde dal cuore di Vittoria; la mente le si snebbiò e vide chiaro ciò che doveva fare.

Ajutò zia Sirena a mettersi a letto, ripose il libro sotto il guanciale e promise di ritornare dopo il colloquio con Mikali.

E attese nella sua camera: tutto là dentro era in ordine e sotto il basso soffitto di legno