Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/92

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lirio. È un sogno di delirio anche l’illusione di ricomporre la famiglia; una illusione del suo orgoglio, o peggio ancora, una vendetta puerile contro Mikali. Come ricomporla senza amore? E gli riuscisse pure, ebbene? La famiglia ricomposta? Il vaso rotto riattaccato col mastice, incapace a contenere più il liquido; aria soltanto. Tutto è aria; tutto è vano, tutto è vuoto. Tutto è rotto: polvere di vetro che il vento disperde.

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L’indomani Bakis Zanche nonostante il divieto del dottore si alzò. Dritto, imponente e gigantesco, dopo essersi vestito con una certa cura, stringendosi forte la cintura di cuoio sullo stomaco grasso, s’avanzò a spiare dall’uscio e sollevò con la punta del bastone alcuni libri che Andrea aveva deposto lì accanto sulla panca sotto la nicchia di Sant’Isidoro. Egli disprezzava i libri; e, salvo quello dei Salmi, gli veniva voglia di sputarci su.

Andrea era assente; era uscito all’alba e tardava a rientrare; ma il padre faceva a meno di lui: ne aveva fatto sempre a meno. Pensava piuttosto a Vittoria e gli pareva di vederla aggirarsi nelle camere agile, bella, spandendo luce intorno per la casa triste e polverosa. Anche la gobbina non sarebbe stata male, al seguito di Vittoria, come una nana dietro la Regina. Era una figura divertente, zia Zizza, coi suoi occhi uno di tigre, l’altro di cerva, col