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102 g. deledda


dini e gli uomini più capaci d’innestare. Tutti prestano gratis l’opera loro, ma in ricambio godono una bellissima giornata, piena di canti e di pasti abbondanti: più che giorno di fatica può dirsi una festa buccolica, nel doppio senso della parola. Anche i pastori prendono parte alla cerimonia; e un poeta latino, — dato n’esistesse ancor uno, — potrebbe trarre una amenissima egloga da questa festa.

Nel giorno convenuto gli amici di Sarvatore Jacobbe vennero tutti al chiuso, a cavallo, con donne in groppa. E vennero i pastori del padrone, con pecore ancor vive stupidamente legate alla sella, e formaggio fresco entro le bisaccie.

In breve i fuochi furono accesi sotto i vecchi ulivi grigi, e il fumo salì in gloriose colonne su per l’aria profondamente azzurra.

Maggio rideva nella valle: i cavalli frangevano con le loro corse le altissime erbe, i grani ondulavano argentei in lontananza, gli oleandri curvavano sulle acque verdi del fiume i ciuffi dei loro bottoni di cupo corallo. E calde fragranze passavano con la brezza.

I pastori facevano un po’ di tutto. Aprirono