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le tentazioni 215


Poi disse a questo di sollevarsi. Il nemico era conciato per le feste.

Il bandito si sollevò, alquanto sorpreso, perchè credeva che toccando il libro si evocassero anche le potenze infernali. Almeno zio Pera aveva assicurato così.

In fondo rimase contento d’aversela cavata liscia; e dopo aver sborsato cinque fogli rossi, pei quali Elia gli rilasciò una larva di cambiale, se n’andò felice, sicuro d’aver assistito ad una memorabile cerimonia per la quale il suo nemico morrebbe fra poco consunto dalla fame e dalla sete.

Elia si proponeva di partir l’indomani, ma accortosi che dopo la sacrilega cerimonia Antine era caduto in profonda tristezza, rimase ancora qualche giorno per distrarlo.

— Che diavolo hai? — gli diceva fissandolo negli occhi. — Ti dispiace d’avermi favorito?

— No. Non è questo...

— Cos’è dunque?

— Non è questo, non è questo, — ripeteva Antine, ma non diceva altro.

— Vieni con me qualche giorno.