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le tentazioni 221




Veniva la primavera. La tanca era tutta coperta d’un tenero verde; le acque del fiume prendevano una soave trasparenza celeste. Il sambuco cominciava a spandere la delicata fragranza dei suoi fiori di cera. I nuovi vitellini dal muso roseo e dalle orecchie forate, saltellavano fra l’erba.

Fu in quel tempo soave, mentre era sopracaricato dai lavori dell’ovile, che zio Felix ricevette brutte notizie di Antine. Già questo era da molto che non scriveva: solo nella settimana santa aveva mandato palme benedette, con le quali zio Felix, Minnai e gli altri dell’ovile s’erano ricamati croci nell’interno delle vesti, e formati anelli, crocette e amuleti.

Un fratello di zio Felix portò a questo una lettera del Rettore del Seminario, indirizzata al parroco di Ottana. Zio Felix si sentì tremare il cuore: qualche grave disgrazia doveva esser accaduta.

Il fratello gli lesse la lettera, a poco a poco, sillabando:

“....Venendo ora al suo protetto Costantino