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i marvu | 17 |
parbio e focoso la famiglia lo ereditava da lei, che aveva trascorso una esistenza quasi maschile. Allevata fra inimicizie e odi di partito e di famiglia, tra fucilate e processi e agguati, donna Martina, arido tipo di donna araba, alta, secca, di un pallore bronzino, naso aquilino e occhi neri grandissimi e fulminanti, maneggiava l’archibugio meglio della spola, cavalcava arditamente e faceva da sè ogni sorta di affari, sbrigando liti e controversie, e infine navigando meravigliosamente in quel mare tempestoso ch’è un grosso patrimonio nei villaggi sardi.
Già, la buona anima di suo marito non era mai stato buono a nulla, ella diceva. Ed essa aveva comandato sempre in casa sua.
Era ignorante e superstiziosa, ma di coscienza raffinata e di retto giudizio, nonostante la sua fenomenale superbia, che ella riconosceva.
— Mi dicono superba — diceva, — ebbene? Siamo in tempi che per vivere bisogna armarsi di sproni; altrimenti vi si cavalcano come un mulo.
Filippa le rassomigliava assai, fisicamente e moralmente; anche ella altissima per i suoi