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le tentazioni 231


— Che c’entrano i colori con la città! — disse il compagno. — Se uno ha fame non basta che veda una bella città per non esser pallido.

— Eppure, vedete, Cagliari è così bella che io non sentivo fame. Il mare....

— Macchè mare d’Egitto! Io dico che tu avevi mangiato. Se uno ha fame, anche se vede il Cielo, io dico che sente fame. Cosa dite voi, zio Felix?...

— Tu sei invidioso, perchè non vedrai mai una città! — disse Tanu.

Zio Felix ascoltava triste e silenzioso: in fondo al cuore, però, gli rinasceva una cara speranza.

Per tutto l’inverno, — giacchè era d’inverno, — mentre Tanu raccontava le meraviglie della città, egli accarezzava la cara speranza. Sempre che vedeva arrivar un uomo dal paese, lo guardava avidamente, se mai aveva qualche lettera, e si sentiva battere il cuore.

Ma venne la primavera e la lettera non giunse. Solo sul finire di maggio, poco più d’un anno dopo la fuga d’Antine, questo scrisse annunziando che si faceva soldato.