Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/193

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In questi pensieri arrivò. Cadeva già la sera e tutto era quieto attorno all’abitazione di sua figlia; ed egli si sentiva fiero di tanta tranquillità, ogni volta che entrava nella casa ch’era stata del canonico e ancora conservava una fisionomia silenziosa di monastero. Là dentro viveva la sua Marianna, la sua unica figlia; come una santa di legno nella sua nicchia dorata. Sì, e lui, il padre, se ne sentiva fiero e commosso perchè gli pareva d’essere stato proprio lui, col suo sacrificio di padre, privandosi della sua unica figlia, a crearle tanto bene. E procurava di non far rumore, entrando, per non turbare tanta quiete. Smontò quindi davanti al portone chiuso e battè lievemente con la palma della mano, mentre il cavallino rispettoso si scuoteva a sua volta la neve dalle orecchie.

Fu Marianna stessa ad aprire, un poco pallida e stravolta. Vedendo il padre si ricompose e si fece da parte per farlo entrare.

— Ospiti ne volete? — chiese lui benevolo e scherzoso, e anche pieno di rispetto, — date alloggio a un viandante.