Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 233 — |
nare cercandola, e bastava adesso il rumore dei suoi passi per rompere l’incantesimo.
L’uomo intanto s’era avvicinato; attraversava la radura e invece di dirigersi alla casa si accostava dritto a lei salutandola con cenni della testa. Pareva sorridesse, ma guardandolo meglio, quando le fu davanti, Marianna vide che era serio e triste.
— Ave Maria, — egli salutò, mentre i cani sotto l’albero abbaiavano con insistenza. — Sei Marianna Sirca?
— Sono. — Ella si alzò. Era più alta di lui e lo dominava col suo sguardo ansioso.
Anche lui la guardava negli occhi; e prima che si dicessero una parola s’intesero come si conoscessero da anni.
— Marianna, sai chi mi manda?
— Lo so.
— Mi riconosci dunque?
— E come non ti riconosco? E tu non hai riconosciuto me?
— Vero è! Ebbene, posso parlarti?
— Hai buone nuove da darmi?
— Se tu non hai cambiato pensiero le nuove sono buone.
— Grazie a Dio! — ella disse; e si guar-