Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/256

Da Wikisource.

— 249 —

come se il chiarore della luna gli avesse tinto il viso.

Non volle mangiare, ma lasciò che gli altri finissero il pasto, e non accettò neppure il vino.

— Ti senti male? — domandò zio Berte.

— Mi sento male, sì, — rispose fissando uno dopo l’altro gli astanti, per assicurarsi che tutti intendevano qual era il suo male; ma solo Marianna rispose al suo sguardo, con uno sguardo dritto, lucente.

Egli le fece cenno di sì. Sì, era venuto per combattere. Se lei era mutata, se s’era spogliata della sua veste morbida di donna mite e saggia e come presa da pazzia si armava e voleva fare del male, anche lui era mutato, anche lui era armato; e il suo malessere raddoppiava, come la febbre convulsa, la sua forza. Fossero stati soli! Si sentiva capace di afferrarla per la vita e spezzarla sul suo ginocchio come una canna.

Il modo tranquillo con cui gli uomini cenavano parlando di cose indifferenti, di pascoli e di bestiame, cominciò ad esasperarlo. Non aveva neppure domandato chi