Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/271

Da Wikisource.

— 264 —

re davanti come il cane corre davanti al cavallo!

E Marianna era lì, quieta e pallida, col viso fra le mani e ripeteva piano le sue parole:

— Gli dirai da parte mia che è un vile.

— Glielo dirò, sì!

Si accorse che il coraggio di parlare chiaro al compagno non gli veniva dalla sua coscienza ma dalla rabbia di non averlo trovato ad aspettarlo, di saperlo con l’altro amico che era diventato il loro padrone, il più forte di tutti. E tornò a piegarsi, tornò a soffrire per conto suo. Poi il sonno lo vinse.

Simone non era lontano. Non aveva, per la prima volta dopo che s’erano incontrati, seguito Bantine Fera nelle sue imprese. Bantine Fera era il vero bandito, tutto di un pezzo, incosciente e brutale. Andava dritto al suo scopo; quello che voleva voleva, accadesse quel che aveva da accadere. Aveva ucciso per vendicarsi di una ingiuria patita; rubava e continuava a uccidere non perchè lo credesse suo diritto ma perchè l’istinto lo portava così. Era il più giovane dei compagni e li guidava, li dominava.