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lore sicuro che nell’umiliazione dell’incertezza e dell’attesa vana.
Aveva deciso di ritornare quel giorno stesso a Nuoro; ma poco dopo mezzogiorno, mentre il cavallo già sellato aspettava pazientemente sotto la quercia della spianata, il tempo si fece ancora più minaccioso. Cominciò a piovere. Il vento si sbatteva contro il bosco con un rombo continuo.
Il padre, dopo aver messo al riparo il cavallo, rientrò e la guardò furtivo. Era quieta la sua Marianna coraggiosa, ed egli capiva che oramai il dramma era finito, il pericolo scongiurato; eppure, non sapeva perchè, non era contento. L’ammirava più che mai, la sua figliola silenziosa, ma non era contento. Avrebbe voluto vederla piangere. Si mise accanto al finestrino, in piedi, e per un poco osservò fuori il mal tempo, a mani giunte, triste di non poter far nulla contro l’uragano; poi cominciò a ricucire una borsa di pelle per il tabacco, poi raschiò un’unghia di vitella della quale voleva fare un cucchiaio per il latte cagliato. Ogni tanto sollevava il viso per