Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/309

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Il servo esitava.

— Io vorrei.... che decidesse la padrona.

Ma per la prima volta dacchè era lì a servizio vide zio Berte irritarsi.

— Il padrone sono io, qui! Cammina, e smetti di fare l’idiota. Va!

Allora obbedì, e in breve il rumore dei passi rapidi del suo cavallo si spense in lontananza. Solo allora Sebastiano sollevò il viso e si drizzò sulla schiena; e parve voler domandare qualche cosa; poi si ripiegò di nuovo e non parlò più.


All’alba arrivò la madre di Simone, seduta in groppa al cavallo del servo. Curva, con la testa avvolta in una benda nera, pallida nel viso già da lungo tempo pietrificato dal dolore, scivolò dal cavallo ancora prima che l’uomo smontasse, e andò dritta nella stanza ov’era suo figlio. Marianna si alzò per lasciarle il posto. Non si dissero una parola; ma da quel momento la madre rimase presso Simone, con la mano di lui fra le sue, china anche lei a parlargli sottovoce, a dirgli tutto ciò che da lungo tempo non si erano detto, mentre Marianna