Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 31 — |
da Marianna a chiedere notizie com’egli si trovasse ancora nell’ovile. Aveva un aspetto strano, a volte, la madre; pareva chiedesse ai padroni, ai quali lo aveva affidato quasi ancora bambino, che le restituissero il suo figliuolo.
Più tardi Simone aveva mandato sue notizie, e lei s’era chiusa nella sua casetta, per non più uscirne. Marianna, contenta di non vedersela più davanti con quei grandi occhi pieni di angoscia e di domande, s’era dimenticata del piccolo servo, come fosse davvero morto. Ed ecco invece egli adesso le balzava davanti, risorgeva dal sepolcro della sua miseria e afferrava quanto gli capitava sotto mano.
— Quello che è mio è mio e guai a chi lo tocca!
Tutte le parole di lui le restavano in mente, e cercava di contraddirle ancora, col pensiero; ma la replica di lui gliele ribatteva sul cuore. Si volse sul suo tettuccio e cercò di addormentarsi, sorridendo un po’ di sè stessa. Il sonno non veniva. Qualche cosa si interponeva tra lei e il sonno. È ancora lui; le stringe ancora il polso, fis-