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pure intraveduto nel sogno che non ha consistenza, si accostasse al suo e il battito delle loro tempia si confondesse in un battito solo.
S’egli fosse lì fuori e spingesse la porta? — Ho la febbre, — pensò, toccandosi il polso; — Marianna, che fai?
Il mormorio confuso del bosco le rispondeva, cullandola un poco. Ripensò alla sua casa di Nuoro, calda, oscura, quieta, piena di cose preziose; rivide la serva Fidela che vegliava contro i ladri, e tornò a sorridere di sè stessa. Marianna, che fai? — le pareva di sentire la sua voce lenta e calma, — ti è entrato un verme nel cervello, stanotte? Perchè un uomo un poco brillo ti ha stretto il polso ti fai venire la febbre? O è il demonio che ti tenta? Che ti entra in corpo?
E il pensiero che il demonio le fosse davvero penetrato nell’anima e nel corpo sotto forma di Simone, le diede un senso di angoscia e di vergogna.
— Marianna, che fai? Non ti ricordi chi sei? Tu la padrona, egli il servo, tu an-