Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/55

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e gli occhi di spia. Del resto tutti nella vita siamo così, in carcere, a scontare la colpa stessa di esser vivi; o rassegnarsi o rompere i muri come Simone. Verrà per tutti l’ora della liberazione e del premio.

Sedette sul limitare della porta verso oriente, pensando tutte queste cose sagge; ma si sentiva agitata; le pareva di doversi preparare ancora per il viaggio di ritorno, e che dimenticasse qualche cosa di importante, anzi la più importante; non sapeva quale.

Gli uomini dormivano nella cucina, tutto era silenzio, scintillìo di stelle, canti di grilli come quella sera della seconda visita di Simone: ella desiderava di addormentarsi così sulla soglia; le pareva di essere come ubbriaca, ubbriaca di tutta quell’aria bevuta in quei giorni, di quel tepore di primavera.

Vedeva l’albero in mezzo alla radura argentea e i cani addormentati nell’ombra; e più in là le due ali del bosco, chiara quella degli elci fioriti, nera quella dei soveri; e fra un’ala e l’altra il vuoto della lontananza rischiarato dall’alba della luna coi