Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/76

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tuffò tutto nell’acqua, anche la testa che trasse subito fuori e scosse sprizzando scintille dai capelli.

E subito diventò allegro, fidente; tutto era bello attorno; fra i giunchi brillavano come fiammelle i gigli d’oro; tra un fiore e l’altro ondulavano i fili iridati dei ragni. Un usignolo gorgheggiò, e pareva che dal suo canto sgorgasse l’acqua della sorgente.

Piegato dentro l’acqua egli si strofinava bene la pelle, ma ogni tanto balzava guardandosi il petto e le braccia sui cui peli scintillavano goccioline perlate; poi di nuovo si piegava tentando invano di prendere fra le mani giunte qualche piccola trota bruna che passava di traverso trasportata dall’acqua corrente.

— Ma te li prenderò, Marianna! — gridò d’improvviso, destando l’eco. — Marianna! Marianna!

L’eco rispondeva; e a lui pareva una voce vera, lontana, calma e velata; la voce stessa di Marianna.

Allora gridò anche il suo nome.

— Simone! Simone! — illudendosi infantilmente che fosse lei a rispondere.