Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/92

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cui si era dato lo allontanava per sempre, li staccava di nuovo?

A questo pensiero balzò, corse ad aprire la finestruola perchè le pareva di soffocare.

La finestruola bassa, di quattro piccoli vetri, guardava dietro la casa, sopra orticelli e casupole nere al di là delle quali s’alzavano sull’orizzonte chiaro le cime rocciose del l’Orthobene.

La luce rosea dell’aurora illuminò la vasta camera bassa col soffitto di legno tinto di giallo: lo specchio di un armadio nuovo brillò accanto alla cassapanca antica decorata di uccelli e di fiori primitivi; e Marianna tornò verso il suo grande letto di legno volgendo le spalle alla parete di fondo per non vedersi seminuda nello specchio.

Ma nel vestirsi, i movimenti della sua immagine riflessi dal cristallo attiravano i suoi occhi contro la sua volontà; e si volgeva alla sfuggita, guardandosi con curiosità timida. Sì; era un’altra donna, oramai, quella che abitava la sua camera; una donna viva e bella. La vecchia Marianna era rimasta sepolta sotto le foglie morte degli