Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/169

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e cammina e parla e ride anche, come un attore sul palcoscenico, e fa la parte di vivo mentre è morto, ben morto e sepolto....

S’era alzato e, con le mani in tasca, un po’ curvo e accigliato, guardava, attentamente un quadretto appeso al disopra dell’ottomana.

— Sì, anche lui dev’essere infelice, — pensava Lia. Ma a un tratto egli staccò il quadretto e lo guardò da vicino, sorridendo.

— È una stampa del Settecento e riproduce il castello, la pineta, il golfo solcato da velieri simili a barche di pirati.

I bambini intanto s’erano più volte avvicinati alla porta, e Nino, consigliato da Salvador, disse:

— Mamma, non si va a fare il bagno?

Ella gli accennò di tacere; ma il Guidi, dopo aver riattaccato il quadretto meravigliandosi di trovare un oggetto artistico in un simile luogo, uscì per lasciar libera la famigliola.

Dopo aver girovagato per la brughiera e lungo la spiaggia, si sdraiò su una specie di duna d’alghe e di sabbia e s’abbandonò alla contemplazione del mare. E a poco a poco, quasi vinto da una specie di fascino, sentì i suoi soliti pensieri abbandonarlo e provò un senso di conforto come un malato che un benessere improvviso solleva.

Allora cominciò a guardare con attenzione e con meraviglia le onde, quasi le vedesse per la