Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/173

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— Ho fatto l’esame di proscioglimento, perchè quello lo fanno tutti, anche i più bravi. A me han concesso di farlo prima degli altri, per poter partire. Mi han domandato quanti chilometri ci sono da Roma a Parigi. Sì, diss’io, ve lo saprò dire quando sarò direttore delle Ferrovie. Come hanno riso! Ma io non lo sapevo: come si fa a rispondere quando non si sa?

— Oh, ma che brigante che sei! E ginnastica te ne fanno fare?

— Sì; guardi che muscoli! — esclamò il fanciullo, sollevando la manica del grembiale e piegando il braccino esile e bruno come una corda.

— Eh, non c’è male! Sembra uno stecchino!

Salvador rise, anzichè offendersi, ma subito riprese a pulire i bicchieri col tovagliuolo, e continuò:

— I miei muscoli son d’acciaio. Chissà che non diventi un gladiatore! Eh, se io, per esempio, voglio diventarlo, posso, vero, mamma? Si può tutto quello che si vuole.

— Non sempre, bambino mio, — disse il Guidi; ma Lia, che lo invitava a mettersi a tavola, aggiunse rivolta al fanciullo:

— Sì, sì, caro, si può tutto ciò che è possibile. Certo, se tu ti metti in mente di diventare un gigante, per esempio, ad onta di tutta la tua buona volontà, non ci riuscirai mai: diventar forte ed agile, sì, se lo vorrai, lo potrai. E così tante altre cose.