Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/84

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non sarebbe capace di guadagnarsi da vivere, appunto per questo essa ha bisogno, per crearsi una famiglia, d’una posiziono sicura....

— Io non penso a morire, per quanto non sia giovanissimo come il marito ch’ella desidera per la signorina Lia....

— Non siamo noi che pensiamo alla morte, caro signore! È la morte che pensa a noi.... Eh, eh, eh....

Fu riassalito dalla sua tosse strana, che però cessò subito completamento. Ma un’esclamazione di Justo, un suo lieve grido di sorpresa e di dolore, fece sobbalzare Lia.

Qualche cosa di spaventoso doveva essere accaduto dietro l’uscio. Ella aprì ed entrò. Curvo su un fianco, col gomito affondato sul divano, la testa riversa, il bastone fedele abbandonato sull’altro fianco, lo zio Asquer giaceva svenuto. Il suo viso paonazzo e contorto pareva sogghignasse, ad occhi chiusi, a bocca aperta. Si vedeva l’oro dei suoi denti falsi, e alcune goccie di saliva gli inumidivano i baffi.

Curvo su lui Justo cercava di sollevarlo: non parlava, ma un tremito gli agitava le mani.

— Dio, Dio, ò morto? — disse Lia a bassa voce, ancora paurosa che lo zio la sentisse.

— No, no. Non si spaventi. Lasci fare a me! bisogna che la testa stia giù. Poi correrò per chiamare il medico.

La respinse, slegò la cravatta e tolse il col-