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una terribile notte 97


zoletto in testa, ma fra lei e il finestrino Ardo vide anche luccicare la canna d’un fucile.

— Chi va là?

Ardo raccontò la sua storia: la vecchia guardò fisso sotto il braccio del piccino, poi sparve dalla finestra.

E la porta fu aperta: Ardo entrò in una cucina ampia, nera come l’inferno, poveramente arredata. Il fuoco ardeva nel focolare di pietra, un paiolino nero nero bolliva tra le fiamme; e tre altre donne stavano intorno al focolare, sedute coi piedi in croce: preparavano la cena. Erano giovani ed anche belle, ma guardarono Ardo con un viso così strano che il disgraziato si sentì crescere ancora l’agitazione dei nervi.

Pure lo fecero gentilmente sedere su uno sgabello, vicino al fuoco, gli asciugarono le vesti e gli chiesero se aveva fame. A quella domanda Ardo trasalì.

Perbacco! S’accorgeva per la prima volta che quella che egli aveva qualificato per "agitazione di nervi" non era altro che un formidabile appetito...

— Ma sì!... — disse arditamente.

— Qui bollono i maccheroni, — disse la vecchia, — ma abbiamo appena il formaggio per condirli per noi quattro. Siamo gente così povera...