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una terribile notte 105


finì di leggere il giornale e si ritirò. Andriana stese avanti al caminetto una stuoia, invitò il piccino a coricarvisi, non avendo in casa alcun letto disponibile, e si ritirò anch’essa. — Ardo si stese sulla stuoia.

Fuori imperversava sempre la bufera: Ardo pensò a lungo all’inquietudine del suo babbo che l’aspettava, che forse lo ricercava con l’angoscia nel cuore, credendolo morto; ma alla fine, vinto dalla stanchezza, finì col chiudere gli occhi, mormorando:

— Oh la disobbedienza... la disobbedienza!...

***

Quanto tempo dormì?... Probabilmente molto poco, perché quando si svegliò il fuoco ardeva ancora vivissimo nel caminetto. E alla sua luce vide, china su lui, la grossa Andriana che l’aveva scosso per svegliarlo. Aveva in mano una lanterna e accennava ad accenderla.

— Cosa volete? — disse Ardo. — Perché mi svegliaste?

— Eh, per chiederti di aiutarmi in una faccenda che m’ero scordata di ultimare. È un momentino, e siccome non sono ancora le undici, così potrai dormire di nuovo, per tutta la notte...