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Pagina:Deledda - Nell'azzurro, Milano, Trevisini, 1929.djvu/153

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la casa paterna 149


e colorata, ma nessuno, neppure un bimbo, appare nella strada.

Spariti anch’essi! Tutto, tutto è sparito, ed io son rimasta sola... in questa casa, in questa via.

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La camera di mia madre! Quanti altri ricordi mi apporta alla memoria. In questa camera nacqui io, nacque mio fratello, vi nacque e morì Annina, vi morì mia madre, vi morì mio padre.

Soavi e tristi ricordi del mio passato! Io, da questa finestra spalancata guardo il cielo della mia fanciullezza e sul suo sfondo d’oro, attraverso il crepuscolo, tremulo e splendente come la garza serica che vela le Urì dei cieli orientali, vi rileggo, come scritti a caratteri d’argento, tutti gli avvenimenti di quei tempi beati.

Perché, dal momento che entrai in questa casa, tutti gli altri ricordi della mia vita dopo la partenza dalla casa paterna, i grandi ricordi dei grandi avvenimenti che mi accaddero, rimpicciolirono, sparvero dalla mia mente?... Ed è possibile che tutti ricordino con le stesse impressioni che provo io, la casa paterna?

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Qui, in quest’altra stanza ampia, bene illuminata da due finestre che guardano sul giardino, era lo studio del babbo: il babbo era medico. Cammi-