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bile, con le spalle appoggiate al davanzale, io guardo sempre l’interno della mia cameretta e, come la prima notte che vi dormii, vedo fra le sue ombre, nei suoi angoli nudi e freddi rischiarati da qualche sprazzo di luce siderea, mille fantasmi, mille figurine che vi si muovono, palpitano, vivono, sorridono e piangono — vestite di bianco, vestite d’azzurro, vestite di rosa — che mi protendono le braccia, mi sorridono, danzano intorno una fantastica carola, dicendomi con dolcezza:

— Siamo Jole, la piccola Jole; Jole che visse tanti anni felice in questa cameretta azzurra e profumata.

Fine

NOTA DELL'EDITORE

Questi racconti furono scritti da Grazia Deledda nella sua prima fanciullezza, e da noi pubblicati nel 1890: crediamo quindi interessante ristamparli anche come documento bibliografico, poichè in essi, attraverso le ingenuità della narrazione e gli errori della forma, si notano i germogli di un'arte che, di ascesa in ascesa, percurò all'opera della scrittrice sarda, fama mondiale.

L'Editore