Pagina:Deledda - Nell'azzurro, Milano, Trevisini, 1929.djvu/21

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vita silvana 17


veva notizie: goduto perché, benché la donna dove stava non avesse figli, godeva la compagnia di altre bambine del vicinato, che le narravano tante cose strane e meravigliose, e che a loro volta si maravigliavano dei racconti che ella faceva loro della sua vita selvaggia; tante bambine fra le quali si aveva fatto qualche amica che giungeva a prometterle di visitarla spesso nei suoi boschi, nelle sue pianure, in casa sua, infine. Aveva goduto nel visitare le case vedute solo da lontano, le chiese povere e brune che a lei sembravano incantevoli; era andata in estasi nel sentire il suono melanconico, la musica divina dell’organo — lei che amava tanto, istintivamente, la musica — nell’aspirare il profumo della mirra e dell’incenso, quel mistico profumo tanto diverso dagli odori delle erbe e dei fiori, nel gustare i dolci che non aveva mai gustato, nel vedere da vicino gli svariati costumi degli uomini e delle donne, specialmente quello di qualche signora e signorina, nel vedere in qualche quadro dipinti i paesaggi che rassomigliavano ai luoghi dov’ella viveva e i mobili di qualche casa ricca e signorile.

A proposito però di queste ultime Cicytella aveva provato qualche delusione: spesso dalla cima di una montagna, nel guardare il profilo lontano

Sfumato nell’azzurro e nella luce,

di qualche grande casa di campagna, di qualche