Pagina:Deledda - Nostalgie.djvu/128

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reva che non volesse pensare alla sua partenza, della quale non parlava mai.

— Solo! Perchè solo? Non hai tua madre e i tuoi fratelli?

— La moglie è più che i fratelli, più che la madre.

— E se io morissi, allora? Se io mi ammalassi, e i medici mi prescrivessero, per guarire, un lungo soggiorno al mio paese?

— Questo non può accadere.

— Tu parli come un bambino. Perchè non può accadere? Può invece accadere benissimo, — ella disse, sempre più stizzita. — Ecco, tutto quello che dico io è fantastico, tutto non può accadere! Ma perchè non può accadere? Basta che dica io una cosa perchè...

— Ma, Regina! — egli esclamò meravigliato. — Perchè ti stizzisci così?

— Ma sicuro! Perchè non può accadere che io mi ammali? Sono forse di ferro, io? Può darsi che il medico mi ordini di non far più le scale, per un certo tempo, e di vivere all’aria aperta, di respirare l’aria di campagna. Dove vuoi che vada, allora, se non a casa mia? Me lo proibiresti forse tu?

— Sarei anzi il primo a consigliartelo. Ma ora non è il caso. Per la tua palpitazione di cuore? Vedrai che passerà. Vedremo intanto di scendere in un appartamentino meno alto di questo; sebbene, per dirti la verità, io ora ami questo nostro piccolo nido con intenso affetto. Siamo così felici, qui! — egli disse, guardandosi intorno con tenerezza.

Ella non rispose, e andò ad affacciarsi alla finestra, con gli occhi torbidi di una nube cupa.