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La signora vestita d’azzurro chiese al tedesco se aveva letto gli articoli di Pierre Loti sull’India (senza gli inglesi) apparsi sulla Revue des deux mondes.

— Esagera, al solito. Il seppellimento, chiamiamolo così, dei cadaveri nel Gange, a legger Loti parrebbe un poema. Invece è una gran...

— Una gran saleté — disse Marianna sedendosi poco distante da Gabrie, e parlando piano per non essere udita da madame, la quale le rimproverava spesso il suo linguaggio poco corretto.

Gabrie, che dalla sua amica nobile aveva appreso come le grandi dame non dicono mai brutte parole, guardò un po’ Marianna, poi abbassò ancora gli occhi, tranquilla e quieta nel suo cantuccio.

— Ma tutte le cose di Loti son false, — disse ancora il tedesco. — Una scrittrice giapponese, madame Ciansahma, mi disse un giorno, che quando vuol divertirsi legge un libro di Loti.

— Ma anche noi ridiamo quando madame Ciansahma ci scimmiotta, camuffandosi da signora europea, — disse la signora vestita di azzurro.

— Come mai può accorgersi di quello che fa madame Ciansahma? — domandò piano Marianna, sporgendosi un po’ in avanti.

Anche Regina, seduta a fianco di Gabrie, si sporse alquanto e accennò con gli occhi la signora bionda.

— È cieca, non è vero? — domandò.

— Perfettamente cieca. Del resto, — soggiunse subito Marianna, — qualche volta i ciechi vedono più di chi ci vede.

Gabrie, rigida e tranquilla fra le due giovani