Pagina:Deledda - Nostalgie.djvu/57

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avvicinandosi alla finestra. — Vedrai come Roma è bella quando il tempo è bello: ed è quasi sempre bello, e non fa mai freddo. Vedrai quanti giardini. Anche qui, in via Torino, c’è tanto verde; vuoi che guardiamo un po’ dalla finestra? Non piove più.

Aprì le imposte umide: Regina si affacciò tra i vasi di rachitiche pianticelle le cui rade foglie avevano il triste riflesso del cielo grigio, e guardò nella via bagnata e deserta.

Accoccolata sotto l’arco d’una porta chiusa, una vecchierella vestita di nero, con un cestellino di limoni a fianco, scalzettava rapidamente, livida, e tremante di freddo.

Regina l’aveva notata sin dalla mattina, ed ora, invece di contemplare i palazzi e i giardini, riprese a fissarla, socchiudendo gli occhi per distinguerla meglio da quell’altezza di quinto piano, mentre Antonio additava il Costanzi, dicendo, che per la stagione di carnevale si aspettava la Bellincioni.

— Pensa, piccinina! Sentirai la Bellincioni.

Ma Regina guardava il marciapiedi fangoso, vigilato dalla vecchietta nera, il cui patrimonio consisteva tutto in quei sette limoni che avevano un’aria melanconica; e le pareva di non aver diritto di rallegrarsi pensando alle gioie che offre una grande città, quando in questa grande città, negli angoli delle vie, mentre piove, si vedono ancora delle vecchierelle nere, tremanti di freddo, la cui anima deve essere agra e melanconica come i limoni che formano tutto il comico patrimonio, tutto il guadagno e il totale della loro lunga vita di lavoro e di dolore.