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altro per tastare l’acqua: poi si volse e rinculando cominciò a sbattere la coda nella corrente, finché non l’ebbe tutta bagnata, come fanno le donne quando si lavano i lunghi capelli.
La volpe sapeva già quello che il compagno voleva fare; e quando esso si rimise in viaggio, su per il pendio e poi attraverso i prati del sovrastante altipiano, lo seguì avendo cura di spazzare il terreno con la sua coda asciutta. Del resto l’erba si beveva i loro salti, e la rugiada lavava l’erba. Tutto era ad essi favorevole. Arrivati al margine dei pascoli dove era attendato l’ovile, il maschio si fermò: si fermò anche la compagna, e di nuovo stettero in ascolto. Non la più lieve incrinatura rompeva lo specchio del lucido silenzio notturno: anche le stelle erano ferme come pupille incantate; e solo parlavano, quasi comunicandosi scambievolmente un segreto, i diversi profumi della vegetazione: erba marzolina e festuca; paleino e ranuncolo selvatico: persino la volpe odorava di mentuccia.